In un’ Europa debole e ferita, i Paesi Bassi perdono grandi vantaggi
di Andrea Perugini, Ambasciatore d’Italia nei Paesi Bassi
Il devastante impatto del coronavirus ha riproposto con forza il tema del futuro della cooperazione europea. Come evidenziato gia’ dal Primo Ministro Conte allo scoppio della pandemia, viviamo una crisi epocale, sanitaria, economica e sociale ad un tempo, cui si puo’ far fronte unicamente con una reazione forte e coordinata a livello europeo, che comporti flessibilita’ e visione di lungo termine.
Nei Paesi Bassi e’ diffusa la percezione che una piu’ stretta cooperazione a livello europeo comporti, soprattutto dal punto di vista finanziario, perdite per i cittadini, a vantaggio dei Paesi finanziariamente meno virtuosi. E’ questa pero’ una percezione che trascura totalmente la ricchezza che il cittadino medio riceve dall’appartenenza all’Unione, discorso che vale per tutti gli Stati Membri ma, in misura ancora maggiore, per i Paesi Bassi.
Contributo all’UE
Per quanto riguarda il bilancio dell’UE e’ diffusa la percezione che i Paesi Bassi contribuiscano piu’ degli altri Stati Membri. Il direttore generale del bilancio dell’UE, l’olandese Gert Jan Koopman, illustra che su ogni 100 euro guadagnati dagli olandesi, 9 euro provengono dal mercato unico, mentre di quell’importo di 100 euro pagano 65 centesimi in contributo all’UE. Si prevede che questa cifra salirà leggermente, fino a 80 centesimi, come conseguenza di Brexit. Nell’assai improbabile caso di una ‘Nexit’ il Paese smetterebbe di pagare quegli 80 centesimi, ma perderebbe i 9 euro che ottiene dal mercato unico.
Nei Paesi Bassi inoltre viene frequentemente invocata l’equazione secondo cui i Paesi Bassi ogni anno pagano 8 miliardi di euro a Bruxelles e ricevono 1 miliardo di sovvenzioni, perdendo quindi 7 miliardi. Peter van Bergeijk, professore di Macroeconomia internazionale all’Università Erasmus di Rotterdam, ha posto tale equazione in una prospettiva critica; essa non tiene conto del fatto che grazie al mercato unico la ricchezza olandese aumenta di 25-30 miliardi ogni anno.
Boom immobiliare
Va poi preso in considerazione l’indebitamento privato, che in tempi di crisi può avere conseguenze non meno pericolose di quelle del debito pubblico. Mentre in Italia il rapporto debito privato/ PIL è del 166%, in Olanda è del 299%, secondo Trading Economics. Ciò significa che, in caso di recessione, le famiglie e le imprese sono più esposte ai fallimenti, con conseguenti effetti sul settore pubblico.
Il debito delle famiglie olandesi è il più elevato nell’area OCSE (250% del reddito lordo disponibile), con un ruolo chiave svolto dal settore immobiliare. La maggior parte delle famiglie olandesi paga mutui superiori al valore delle proprie case, a causa del ‘boom immobiliare’ degli ultimi anni, e potrebbe essere fortemente danneggiata da una recessione e dalla conseguente diminuzione del valore delle abitazioni. Il settore bancario locale, diversamente da altri Paesi dell’UE, non ha abbastanza capitale per affrontare una possibile crisi immobiliare, con conseguenze disastrose per la salute dell’economia nel suo insieme.
Multinazionali
A contribuire ulteriormente alla ricchezza dei Paesi Bassi quali Membro dell’UE vi e’ poi la Brexit, grazie al trasferimento strategico di alcune società dal Regno Unito al continente. Gli investimenti britannici nei Paesi Bassi hanno visto una crescita continua da 14 miliardi nel 2016 a 80 miliardi nel 2018. Inoltre, secondo l’agenzia olandese per l’attrazione degli investimenti esteri (NFIA), 400 multinazionali hanno scelto i Paesi Bassi nel 2019, investendo 4,3 miliardi di euro e creando 14 mila nuovi posti di lavoro. 80 di queste 400 aziende hanno scelto i Paesi Bassi proprio a causa della Brexit (il doppio rispetto all’anno precedente).
1.500 euro è nei Paesi Bassi il guadagno annuo pro capite derivante dall’appartenza all’UE
La NFIA stima anche i potenziali ‘rifugiati Brexit’ in altre 400 aziende, che provengono sempre più da paesi extraeuropei. In uno studio del 2019 la Bertelsmann Stiftung ha stimato a livello regionale i vantaggi del mercato unico rispetto alle perdite connesse alla Brexit. Emerge che i Paesi Bassi presentano una perdita per Brexit di circa 250 euro a persona e un guadagno derivante dall’appartenenza all’UE di circa 1.500 euro a persona.
Inoltre, secondo le previsioni del Ministero della sanità olandese, i Paesi Bassi guadagneranno circa 128 milioni di euro all’anno dal trasferimento della sede dell’agenzia europea per i medicinali (EMA), con una crescita dell’occupazione indotta, stimata in 1550 posti di lavoro supplementari nei settori della ricerca e delle organizzazioni nel settore della sanità e delle scienze della vita, nonché circa 36 mila viaggiatori per motivi d’affari in più ogni anno. Inoltre, se confrontiamo i contributi dei Paesi dell’UE in relazione al loro Pil constatiamo che i Paesi Bassi a seguito della Brexit contribuiranno meno di tutti gli altri Stati Membri: 0,65% del Pil rispetto ad una media UE dello 0,83%.
“Le cifre dimostrano gli incredibili vantaggi che i Paesi Bassi traggono dalla comune casa europea”
Oltre al ruolo centrale degli investimenti di numerose multinazionali europee, moltissime anche italiane nei Paesi Bassi grazie alla fiscalita’ offerta dal Paese, va aggiunto il benessere apportato dagli scambi commerciali. Il commercio intra-UE rappresenta il 69,7% delle esportazioni olandesi (Germania 24%, Belgio 11%, Francia 8% e Italia 4%). In termini di importazioni, il 52,8% proviene da Stati membri dell’UE (Germania 15%, Belgio 8%, Francia 3,7% e Italia 2,6%). I Paesi Bassi inoltre godono ogni anno di un surplus di piu’ di 10 miliardi di euro negli scambi con l’Italia.
I dati sopra indicati provano dunque gli incredibili vantaggi che i Paesi Bassi traggono dalla comune casa europea, che verrebbero facilmente persi con un’Europa debole e ferita quale quella che rischia di venire fuori dalla crisi in atto. Gli Stati Membri devono mostrare l’ampiezza di vedute necessarie a salvaguardare il comune interesse. E’ dunque vivo l’auspicio da parte italiana che i Paesi Bassi, come noi Paesi Fondatori dell’Unione, siano consapevoli della posta in gioco e sappiano rispondere con il coraggio e la flessibilita’ richieste.
Andrea Perugini
Traduzione a cura dell’Ambasciata dei Paesi Bassi.
Pubblicato su FD del 18 Maggio. Link all’articolo originale in olandese: